Non ho mai avuto ben chiaro da dove arrivasse Wonder Woman. Non ho avuto nemmeno ben chiaro chi fosse. Ma è un ricordo a me caro. Di quei telefilm di cui ho visto stralci quando ero troppo piccola da poter seguire o capire tutto, tipo i Visitors, Ralph Supermaxi eroe o Mork & Mindy. Fa parte del mio immaginario da quando ‘non’ mi ricordo. Non essendo un’appassionata di fumetti (se non per titoli limitati come Lady Oscar, Lamù e Il grande sogno di Maya) l’idea che me ne sono fatta è rimasta lì, ai miei sette anni. In più, Wonder Woman è una bellissima mora, forte, caparbia, fiera e indipendente, con trucco e parrucco sempre perfetto.
Praticamente mia madre. Come non essere affascinata da questa figura?

Diana (Gal Gadot) è l’unica bambina sull’isola delle Amazzoni, Themyscira. Di nascosto segue le Amazzoni nei loro allenamenti, imitandole, finché sua zia Antiope (Robin Wright), generale delle guerriere, non convince sua madre Hippolyta, la regina (Connie Nielsen), a consentirle di addestrare la piccola. Hippolyta conosce la guerra perché è stata in prima linea al fianco di Zeus in difesa degli esseri umani; ha cercato di tenere sua figlia lontana dalla battaglia perché un certo ‘lui’ (chi? un mega cattivo? qualcuno che ce l’ha con lei? qualcuno che non deve dirle qualcosa? qualcuno che non sa della sua esistenza???) non potesse ‘sentirla’ e trovarla. Si rende, però, conto che non può negare a sua figlia un destino da guerriera e chiede ad Antiope: ‘Addestrala duramente. Più di ogni altra amazzone. Cinque volte di più. Dieci volte di più. Finché non sarà migliore persino di te.‘  Ed è questo che succede. Diana cresce, combatte. Il suo mondo è un mondo che si prepara ad intervenire, che studia gli umani perché un giorno il male potrebbe tornare e costringerle all’intervento. Ed è questo, letteralmente, che fa Diana: quando il Capitano Steve Trevor, un pilota americano (interpretato da Chris Pine), finisce nell’area dell’isola di Themyscira mentre sfugge ai tedeschi, lei gli salva la vita e lo segue nel mondo degli uomini perché è convinta che la guerra che gli umani stanno combattendo – la Prima Guerra Mondiale – non possa essere stata provocata da loro. Deve esserci sicuramente un demone più forte contro cui dover combattere.

Patty Jenkins (è la regista del bellissimo Monster…) dirige un personaggio innocente, quasi disarmante per la sua schiettezza e per la nobiltà dei suoi ideali. Diana non solo non sa di essere Wonder Woman, ossia un essere più forte di quel che crede, ma quando scopre che l’uomo ha una parte di crudeltà che riesce persino a soffocarlo, crede in lui ancora più di prima. E lotta per lui ancora con più forza e speranza. Ed è a questo punto che, in mezzo alla polvere della prima linea di una trincea, trova dei compagni pronti a percorrere la sua stessa strada e a combattere per l’umanità.

Anche se le mie aspettative erano molto basse non mi è spiaciuto seguire la nascita di Wonder Woman. Ovviamente (anche se forse qualcuno non la pensa così) non sfiora nemmeno la grandezza del racconto degli straordinari Batman di Burton e Nolan, ma resta un prodotto che narra le gesta di un personaggio positivo interpretato da un’attrice che aggiunge qualcosa alla sua statuaria bellezza e che scivola via più facilmente degli ultimi film di genere. Nonostante qualche difficoltà nel collocare le braccia nello spazio (dilemma di chiunque sia salito su un palco anche solo una volta nella sua vita…come se prima di quel momento nessuno si sia mai reso conto di avere delle braccia con attaccate una cosa chiamata mano), Gadot tenta di trasmetterci una freschezza alla quale non siamo abituati.
E, perdirindina, riesce a farlo. Diana/Wonder Woman è una donna libera, con un approccio al sesso non romantico ma paritario (ovviamente non si vede nemmeno un millimetro di pelle in più rispetto a quanto consentito dal costume dell’eroina…) e, quando salta dalla trincea per salvare il piccolo paesino, non si riesce proprio a non fare il tifo per lei. Ci sono varie pecche a livello di sceneggiatura, personaggi disegnati in modo un po’ superficiale, riferimenti a miti che possono confondere e dialoghi a volte eccessivamente didascalici. Si è scelto di introdurre anche in questo – come in molti altri film dello stesso tipo – elementi comici e situazioni divertenti per strizzare un po’ l’occhio al pubblico e non prendersi troppo sul serio che alla lunga potrebbero stancare. Però il meccanismo funziona e ho adorato la scelta dei compagni di viaggio di Diana: Charlie (Ewen Bremner) un tiratore scelto traumatizzato dalla guerra, Sameer (Said Taghmaqui), un truffatore multilingue marocchino e The Chief (Eugene Brave Rock) che non è altro che un pellerossa che gestisce il mercato nero. Dei derelitti. Sono loro ad essere in prima linea. Quelli che sembravano più deboli e che sfruttavano la guerra per sopravvivere.
Sono loro quelli disposti a combattere al suo fianco.

Sono andata a vederlo con il mio amico Giuseppe. Questi sono i nostri commenti a caldo:

WonderWoman

Dea. Guerriera. Leggenda. #WonderWoman Warner Bros. Entertainment Gal Gadot Chris Pine Connie Nielsen Robin Wright Danny Huston David Thewlis Saïd Taghmaoui Ewen Bremner Eugene Brave Rock A vedere Wonder Woman con me c'era il mio amico Giuseppe Baiacu Priolo. Chi è il prossimo? 🙂

Dikirim oleh Uanema pada 5 Juni 2017