Mae (interpretata da Emma Watson) lavora in una piccola società. Detesta il suo lavoro ma è l’unica cosa che è riuscita a trovare dopo la laurea. Vive con i suoi genitori in una casa modesta. Suo padre ha la sclerosi multipla con cui convive in modo dignitoso, anche confortato dalla serenità del rapporto con sua moglie. Ha una sorta di amico, Mercer (Ellar Contrane, quello di Boyhood giusto per capirci), di quelli che conosci da sempre e che sanno risolvere qualunque problema, a cui rivolgerti quando hai bisogno e, senza un grazie, poter poi anche sparire, di quelli che tutti si chiedono quando la smetterà di soccorrerti dato che non hai capito proprio niente. Anche i suoi genitori sperano accada qualcosa con Mercer ma Mae è restia, forse perché vuole o pensa di meritare molto di più dalla vita. E un giorno, la sua migliore amica Annie (Karen Gillan) – che lavora per una delle più grandi compagnie del mondo, The Circle – riesce a procurarle un colloquio proprio lì.
Così Mae parte per questa nuova avventura con una società che si occupa di comunicazione, social media, web.
‘Sharing is caring’, ‘condividere è prendersi cura’ (o qualcosa del genere visti i molteplici significati del ‘to care’ inglese) ripetono in coro tutti i dipendenti di The Circle davanti al più carismatico dei suoi fondatori, Eamon Bailey (Tom Hanks) ,che tanto ricorda Steve Jobs mentre si muove sul palco con la sua tazza aziendale e abiti casual. The Circle ha una struttura all’avanguardia, palestre, piscine e tutto il necessario per il tempo libero, mense, assistenza sanitaria. Una sorta di prigione dorata, direi, nelle quali si accettano mille compromessi e ci si adegua agli altri pur di ottenere una certa sicurezza e dei benefit (vi ricorda qualcosa?). Anche Mae è sedotta dalle mille possibilità e agevolazioni che il suo essere dipendente può darle (tra cui la copertura delle spese mediche di suo padre). E per questo, si unisce al coro degli entusiasti. Anche se qualcosa non sembra averla convinta del tutto.
La prima cosa che mi viene da dire su The Circle è – ‘Che peccato’. L’idea alla base del libro di Dave Eggers da cui è tratto – che non ho ancora finito di leggere ma che dovrebbe essere anche il nucleo del film – ossia la possibilità concreta di rendere – utilizzando le nuove tecnologie e internet  – tutto accessibile, rintracciabile, controllabile e condivisibile è molto affascinante, così come la questione del diritto alla privacy e il rischio del totalitarismo che questi scenari – molto più concreti e odierni di quel che si pensa – prospettano.
Peccato perché il film non arriva, principalmente a causa – e mi duole scriverlo – della sua protagonista. Emma Watson non sembra all’altezza del ruolo; i cambiamenti di stato d’animo e delle intenzioni del suo personaggio sono poco chiari o troppo repentini per essere compresi dal pubblico (e non si tratta di un cortometraggio ma di un film di due ore piene…) e l’attrice si lascia trascinare – tra un inarcare il sopracciglio e un mordersi il labbro – in un finale reso, in questo modo, incomprensibile. La visione della pellicola si chiude con un immenso ‘e quindi??’ che non possiamo perdonare al regista, visti gli investimenti economici fatti e l’esistenza nella nostra memoria di prodotti come The Truman Show (che vi ricordo essere del 1998) e della serie The Black Mirror che affrontano tematiche distopiche molto simili a The Circle. Tom Hanks e Karen Gillan se la cavano meglio della povera Watson, nonostante alcune battute davvero prive di senso (ad esempio, un ‘siamo fottuti’ assolutamente gratuito e quasi comico in una scena clou), mentre altri personaggi sono quasi comparse la cui esistenza non aggiunge nulla alla comprensione del racconto (Tom Stenton interpretato da Patton Oswald, la candidata al Congresso Santos nei cui panni c’è Judy Reyes…). E vogliamo parlare di come è stata realizzata la scena dell’incidente in mare? Tolta l’emozione, resta solo una vasca da bagno. Un’occasione persa insomma. Il film si lascia guardare come un tv movie in un pomeriggio in cui il divano è la nostra scelta, ma niente di più. E spiace perché The Circle – il libro – comincia con questa citazione da La valle dell’Eden di John Steinbeck:

‘Non c’erano limiti, né confini, al futuro. E un uomo non avrebbe saputo dove mettere la sua felicità’.

Si doveva e poteva fare di più.

Sono andata a vederlo con la mia amica Cristina. Ecco cosa ne abbiamo pensato subito dopo:

The Circle

La mia carissima amica Cristina mi ha accompagnata in una sera quasi invernale all'anteprima del tanto atteso #TheCircle di James Ponsoldt con Emma Watson e Tom Hanks. Ecco cosa ne pensiamo. https://uanema.net/the-circle/

تم نشره بواسطة ‏‎Uanema‎‏ في 4 مايو، 2017