Qualche anno fa comprai Pan, un libro di tale Francesco Dimitri, mai sentito nominare prima. Non mi dispiacque, non mi entusiasmò ma nemmeno mi infastidì perché mi ritrovai nella sua quotidianità magica. Apprezzai il suo riconoscere le forze che appartengono ai territori, alla terra. Forse perché sono una beneventana e sono una strega come tutte le abitanti della mia città. Ma credo sia comprensibile da tutti noi europei che ci muoviamo ogni giorno su una terra vecchia di millenni e abbiamo un passato pesante da portarci dietro, come la casa di una tartaruga. Mi piacque che Dimitri parlasse di magia, anche se cattiva.

Dopo i primi fotogrammi de La ragazza dei miei sogni mi era chiara la firma dello scrittore e del suo mondo immaginifico.
Fantasy, quindi. Il film italiano, coraggioso per la scelta di genere, è tratto da un omonimo libro di Dimitri che ha anche partecipato alla sceneggiatura.
P. (Primo Reggiani) ha 30 anni. Ha perso entrambi i genitori in un incidente e ha una sorellina di una decina d’anni che vede frequentemente ma che è affidata alle cura di una zia. Vive in una Puglia poco definibile (il film è girato tra Bari, Molfetta, Giovinazzo e Bisceglie) in un appartamento condiviso con un ragazzo (Marco Rossetti) che parla romanaccio (perché???) ed è innamorato della sua – raffinatissima – migliore amica Margherita (Chiara Gensini) con cui le cose non vanno come sperato. In questo stesso periodo ha recuperato i contatti con un vecchio amico, Alessandro (Nicolas Vaporidis), che aveva perso di vista. P. si rifugia spesso nei suoi sogni. Fantastica quasi sempre di amplessi con Margherita ma, a un certo punto, compare in essi una donna completamente diversa e mai vista prima (Miriam Giovanelli) che, però, un giorno, sembra riconoscere in una ragazza su un autobus. P. cerca di inseguirla, incredulo del fatto che sia reale ma la ragazza, spaventata, fa in modo di far perdere le sue tracce. Dopo qualche giorno, la ritrova magicamente in un bar ma è lei a tentare l’approccio. Si chiama Sofia. I due iniziano a frequentarsi, sembrano innamorarsi e tutto sembra andare per il meglio ma Alessandro, che si scopre appartenere al mondo dell’occulto in cui si muovono esseri magici ignorati dai più, gli consiglia di lasciare stare. Perché Sofia non è una ragazza normale.

Non avrei mai pensato di dover quasi difendere una performance artistica di Nicolas Vaporidis ma, nonostante il personaggio spiegato in modo davvero molto parziale (ricoprire un attore di tatuaggi finti non basta a collocarlo e a dare spessore al suo ruolo) e scene assolutamente al limite del ridicolo (il pendolino no!) è comunque quello che convince di più. Primo Reggiani non riesce a risultare credibile e, quindi, a creare un legame con lo spettatore (ma come si fa a empatizzare con uno così?), Chiara Gensini potrebbe fare di più ma sono sempre messi troppo in risalto cosce, decolté e labbra, Marco Rossetti è ridotto ad una macchietta e Miriam Giovanelli ha un accento che in un ambiente in cui ognuno parla un po’ come gli pare (non che in altri film italiani sia diverso, per carità) non riesce a darsi una collocazione precisa, non aiutata per nulla da una sceneggiatura in cui il suo personaggio di etereo sembra davvero avere ben poco (beve birra, frequenta discoteche e la sua storia con P. è una storia normalissima). L’idea di esplorare un campo poco battuto come quello del fantasy era molto interessante ma non si possono realizzare produzioni del genere con una scrittura confusa, una recitazione senza direzione e con il supporto di effetti speciali che non facciano sorridere (davvero poco creativa anche la visualizzazione dei sogni in split screen – cos’è P.? Una mosca?) vista l’altissima qualità a cui siamo abituati. Evitatelo.