‘Voglio fare l’amore. Perché sono femmina’. Così dice Dasy a sua sorella gemella.
Viola non capisce perché voglia staccarsi. Ma staccarsi nel vero senso della parola, dal momento che le due ragazze sono gemelle siamesi, congiunte l’una all’altra all’altezza del fianco, costrette a condividere anche le conseguenze di ogni gesto o evento della vita di una di loro: le farfalle nello stomaco della sbandata di Dasy, il mal di stomaco per la golosità di Viola, i bisogni corporali, la tristezza, il gioco o quello che ne resta quando hai un altro essere umano attaccato a te.
A un certo punto, la natura ti costringe a desiderare di cambiare, di fare da sola, di esserci solo tu.

Conosco bene la lingua delle gemelle e conosco quella terra; sono le stesse di Uanéma. Prima dell’inizio del film mi sono chiesta quanta ignoranza ci fosse dietro la scelta di lasciare stare, di non occuparsi. Molte volte mi è capitato di osservare con mia madre – che è un medico – bambini mostruosi a cui un piccolo intervento chirurgico, ormai quasi di prassi, potrebbe cambiare o rendere più semplice la vita. Spesso non è la paura di fare del male o peggiorare la situazione ma è l’ignoranza ad impedire che si faccia qualcosa, il pensiero che ci sia un costo eccessivo dietro un intervento o che non si possa fare nulla. Tanto…
Ma nel racconto di Indivisibili non è stato fatto nulla perché va bene così. Dasy e Viola (le gemelle Marianna e Angela Fontana) cantano ai matrimoni, alle comunioni, alle serenate pre-nozze…dove capita, in una terra dove l’eccesso e l’eccessivo sono ben accetti. Le due ragazze somigliano un po’ alla Tatangelo – altra figlia adottata da quella terra – dicono gli altri. Il padre (Massimiliano Rossi) scrive i testi delle loro canzoni, si definisce un poeta. La madre (Antonia Truppo – che ha vinto il David di Donatello per questo ruolo) e gli zii fanno parte anche loro del carrozzone. Vivono sfruttandole, come il parroco del loro paese e chissà chi altro. Indivisibili parla di ignoranza e superstizione in un territorio in cui nascere freak viene presentato come una fortuna, perché ti offre altre opportunità. Perché se sei freak sei davvero speciale.
E se non vuoi essere speciale?

Se non avete visto Indivisibili, recuperatelo. ‘Sa’ di cinema italiano ma di quello fatto bene. E se restate sconvolti, recuperate un film del 2004 dei fratelli Andrea e Antonio Frazzi, Certi bambini.

Nel frattempo, Signore, Abbi pietà di noi. https://www.youtube.com/watch?v=FFerNn3D2h0