Ho imparato la differenza tra emoticon ed emoji da pochissimo. Per me le faccine sono faccine, invece alcune emoji sono emoticon, ossia quelle espressioni che possiamo fare anche con la punteggiatura e che esprimono sentimenti, mentre altre no. Scusate l’ignoranza ma era un’informazione di cui ho potuto fare a meno per tantissimo tempo senza soffrirne (mentre ho trovato utilissima la scoperta che il bianco all’interno dell’arancia si chiama ‘albedine’). In ogni caso, mi era sembrato molto strampalato usare questo mondo, quello delle applicazioni di uno smartphone, per raccontare una storia, sia per la moltitudine infinita di sponsor presenti all’interno che la rende una promozione quasi continua, che – soprattutto – per il fatto di non concepire l’utilità di un cellulare per i bambini ai quali, invece, si rivolge il film della Sony.

Gene (in originale T.J. Miller; in italiano Tiziano Ferro…eh sì) è una faccina adolescente che vive nel mondo di Messaggiopolis nel cellulare di un ragazzino di nome Alex che, come tutti i teenager, comunica quasi esclusivamente con quello. L’emoji è figlio del signor e la signora Bah (o Steven Wright e Jennifer Coolidge negli States e Monica Ward, Adriano Giannini che si divide la parte – chissà perché – con il rapper Clementino in Italia) e dovrebbe subentrare loro nel ‘cubo’ destinato a questa espressione. Ma il primo giorno di lavoro, preso dal panico, quando Alex cerca di rispondere ad un messaggio della ragazzina per la quale ha preso una cotta, Gene sbaglia espressione. E crea il panico, nel mondo reale a cui appartiene Alex – che viene deriso dai suoi coetanei perché non sembra avere il controllo del suo telefono – e nel mondo di Messaggiopolis.
La responsabile delle emoji, Sorriso (Maya Rudolph/Stella Musy) pensa di cancellare Gene per impedire problemi che portino Alex a dover formattare il telefono. Ma Gene, prima che qualcuno riesca a catturarlo, segue DammiCinque (James Corden/Fabio Rovazzi!) fuori dal loro mondo in cerca dell’hacker Jailbreak (Anna Faris/Domitilla D’Amico) che può aiutare il primo a fermarsi in una sola espressione (quella del ‘bah’ appunto) e il secondo a stabilirsi nuovamente tra le emojii preferite.
Ma le cose non sono come DammiCinque pensa e il viaggio di questa strana compagnia sarà molto più complicato del previsto.

Il film è una brutta copia, una variante poco riuscita del premio Oscar Inside Out della Pixar, in cui i protagonisti sono i sentimenti primari di una ragazzina che rischiano di farle perdere la memoria e il ricordo di quanto ha vissuto (che la rendono ciò che è). Emoji – Accendi le emozioni ha una sceneggiatura piena di buchi che, anche se il cinema non è quasi mai del tutto logico e razionale, non riescono a non farci chiedere se davvero ci fosse la necessità di produrre un prodotto così: prima di tutto, il funzionamento stesso delle emoji – immagini standardizzate che non possono indicare un sentimento complesso – mette in crisi il presupposto l’esistenza stessa di Gene come devianza, nello stesso modo in cui non comprende un personaggio come Jailbreak o l’identificazione di un cattivo in un’emoticon fondamentale come Sorriso; la struttura della città di Messaggiopolis è incomprensibile e non giustifica la presenza di famiglie di emoji con identiche espressioni (perché una emoji dovrebbe essere sostituita? per fare cosa, poi?); la figura di Alex, il proprietario del cellulare, è solo accennata e il parallelismo con la faccina coetanea di Gene non regge dato che ci si dimentica spesso del mondo fuori dal telefono e i due non percorrono strade parallele. Inoltre l’aiuto che Gene dà ad Alex è quasi ridicolo.
Per non parlare dei commenti educativi sull’importanza di un contatto reale – come la critica al meccanismo di Facebook – fatti dalle emoji che vivono nello smartphone…
Insomma, ci sono dei momenti molto divertenti, battute (anche in italiano) molto simpatiche ed una colonna sonora favolosa ma tutto questo non giustifica lo spreco di energie per un racconto del genere. Sarebbe stato necessario uno sforzo maggiore soprattutto di sceneggiatura, per impedire che il film si riduca a un confuso viaggio di personaggi poco concreti (i protagonisti potevano essere qualunque cosa…accessori da bagno, merce da supermercato se la loro esistenza era solo dovuta a pubblicizzare prodotti).

Degno di nota, invece, il cortometraggio che apre la visione del film, Puppy! un cucciolo inserito nella saga di Hotel Transilvania diretto da Genndy Tartakovsky 🙂
Cercatelo. A me è piaciuto tantissimo.

Io e il mio amico d’infanzia e di famiglia Gianpiero, dopo la visione del film:

Emoji

'Veramente eri tu la più grande in tutta la sala'. Il mio fratellino acquisito Gianpiero Miele è venuto direttamente dalla stazione al cinema con me e con la sua valigia a vedere Emoji – Accendi le Emozioni Sony Pictures Animation Tiziano Ferro Fedez Adriano Giannini Christina Aguilera T.J. Miller

Posted by Uanema on Tuesday, October 3, 2017