C’era un tempo in cui d’estate un po’ tutto si fermava, le città si svuotavano lasciando spazio alle cicale e anche i cinema venivano chiusi. Perché rimanere aperti se in città rimanevano in pochissimi? Oggi siamo in molti di più ad essere costretti a lavorare in agosto o a scegliere di prendere le ferie in altri periodi dell’anno per poter raggiungere mete in cui il clima è caldo quando in Italia siamo con sciarpa e guanti di lana. In ogni caso, che siate al mare sotto l’ombrellone o in città con un poster della Grecia alle vostre spalle e le Maldive sul vostro schermo del computer, avrete sicuramente più tempo a disposizione per raggiungere anche i tantissimi cinema al chiuso e all’aperto (ci sono schermi nelle piazze e nei campetti parrocchiali di tutta Italia ma ricordatevi di armarvi di anti-zanzara, mi raccomando) che mettono a disposizione una programmazione composta da vecchi e nuovi film. Il cinema si è adeguato a questi tempi e, in ogni caso, se la proposta estiva non dovesse soddisfarci, con pochi clic potremmo sempre recuperare le chicche di questa stagione e anche respirare un po’ di estate cinematografica con dei titoli cult. Da cosa partiamo quindi?

Dipende un po’ da quello che cercate!
L’estate è il periodo delle storie di formazione per eccellenza, in cui scoppiano gli amori, si fanno nuove scoperte e molto spesso si prende il coraggio per mettere un punto, tirare le somme e creare le basi per ripartire. Se non avete grandi pretese ma, comunque, volete rilassarvi con un prodotto decente, vi consiglio di prendere del gelato e lanciarvi alla visione, magari uno dopo l’altro,  di 4 amiche e un paio di jeans e 4 amiche e un paio di jeans 2, film del 2005 e del 2008 tratti dalla serie di romanzi di Ann Brashares, che raccontano di quattro amiche sedicenni molto diverse tra loro (nei loro panni quelle che ora sono delle star: Alexis Bledel di Una mamma per amica, Amber Tamblyn di Joan of Arcadia, America Ferrera di Ugly Betty e Blake Lively di Gossip Girl) che si trovano a trascorrere la loro prima estate separate. In una giornata di shopping le quattro trovano un paio di jeans che calza magicamente a tutte, lo comprano e decidono di tenerlo nel periodo estivo una settimana a testa, spedendoselo alla fine del proprio turno con una lettera che racconti ciò che è accaduto nel frattempo di ogni passaggio di testimone. Inutile dirvi che questa sarà l’estate che le trasformerà in donne e che, nel secondo capitolo, vedremo se la loro amicizia continuerà anche quando non saranno più ragazzine.

Un’estate formativa anche quella alla base del recentissimo capolavoro di Luca Guadagnino (un prodotto di ben altro livello rispetto al racconto delle ragazze e dei loro jeans), unico film italiano candidato nientemeno che come miglior film agli Oscar 2018; nomination anche come miglior attore protagonista per la straordinaria interpretazione di Timothèe Chalamet e miglior colonna sonora per la bellissima Mistery of love di Sufjan Stevens, Chiamami col tuo nome. Anche questa storia è tratta da un libro bellissimo di André Aciman. Chalamet interpreta il diciassettenne Elia, figlio di un professore di architettura (Michael Stuhlbarg) che durante l’estate del 1983 ospita, come è solito fare ogni anno durante questa stagione, un ricercatore. A presentarsi nella villa della famiglia in Nord Italia (il film è stato girato non in Toscana, come potreste pensare, ma in una stupefacente Lombardia! Location della pellicola sono Crema, la campagna tra questa città e Lodi, le cascate del Serio e Bergamo Alta) è l’americano Oliver (Armie Hammer) a cui nessuno riesce a resistere, figuriamoci Elia, che con la sua gioventù e il ricco bagaglio di nozioni apprese e passioni in parte già sviluppate (si tratta di un ragazzo talentuoso a cui è stato insegnato tutto il possibile in un ambiente strabordante di possibilità e di stimoli) ancora sta cercando di definire i suoi gusti e la direzione in cui crescere.

Un’altra ricerca del sé estiva – che ricorda per alcuni tratti il film di Guadagnino –  è quella raccontata in un film del 1996 con una giovanissima Liv Tyler (la figlia del cantante degli Aerosmith che negli ultimi anni avete potuto rivedere nella serie HBO The Leftovers): si tratta di Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci. La storia è quella di una diciannovenne americana, Lucy, che viene mandata dal padre per il periodo estivo in Italia in una casa colonica dove alloggia un gruppo molto eterogeneo di artisti, tra i quali svetta la figura di un drammaturgo inglese malato di cancro (Jeremy Irons). Lucy ha appena perso la madre, poetessa suicida, e crede che tra gli ospiti della villa ci sia il proprio vero padre del quale le è sempre stata nascosta l’identità. Il suo arrivo e la sua forza di ballare anche da sola (cult la scena in cui balla con cuffie alle orecchie e walkman in mano il brano Olympia delle Hole) faranno cedere l’equilibrio della piccola comunità fino alla ricomposizione di rapporti più maturi dai quali Lucy potrà ripartire.

Un titolo assolutamente da rivedere nell’agosto 2018, e di cui segnarsi le location per vacanze future anche per sostenere un territorio quest’anno devastato dagli incendi, è Mamma mia!, adattamento dall’omonimo musical basato sulle musiche del gruppo svedese Abba, con la regia di Phyllida Lloyd. Il film racconta la storia della ventenne Sophie (la tutta occhi Amanda Seyfried) che vive su una piccola isola della Grecia insieme a sua madre Donna (il vulcano Meryl Streep) con la quale gestisce un hotel chiamato, appunto, Villa Donna. Fervono i preparativi per il matrimonio della ragazza e tutti sono molto presi dall’organizzazione, tanto da non accorgersi – anche perché Sophie farà di tutto per non farsi scoprire – che nella lista degli invitati ci sono tre nomi da tener nascosti soprattutto a sua madre. Sophie ha, infatti, ritrovato un vecchio diario di Donna in cui questa scrive del periodo in cui la ragazza è stata concepita. E in quel periodo erano presenti ben tre ragazzi nei racconti di sua madre. Ragazzi, ora uomini – Sam (Pierce Brosnan), Bill (Stellan Skarsgård) e Harry (Colin Firth) – che Sophie ha invitato al suo matrimonio per scoprire chi tra loro è il suo vero padre. Sbrigatevi a vederlo perché a settembre uscirà il secondo capitolo della saga, Mamma mia! Ci risiamo! prequel in cui si racconta di Donna e di quell’estate incredibile in cui tutto ebbe inizio. Nei panni di Donna da giovane Lily James (la Cenerentola non animata della Disney) che, anche lei, non scherza con la voce!

Altro film di questa stagione che mi sento di suggerirvi – se non siete più delle ragazzine ma anche e soprattutto se siete delle ragazzine – è il francese 50 primavere di Blandine Lenoir – di cui vi ho già scritto in https://uanema.net/50-primavere/) una commedia che parla dell’essere donna prendendo spunto da Aurore (interpretata da un’attrice a mio parere straordinaria, Agnés Jauoi, che è anche regista e che con il suo Il gusto degli altri ottenne una nomination agli Oscar del 1999 come miglior film straniero), una signora che sta per compiere cinquant’anni, è in menopausa, è separata dal marito che si è risposato con una donna più giovane con cui ha dei figli piccoli, ha una figlia adolescente un po’ schiava della sua prima relazione sentimentale e sessuale e un’altra figlia di poco più grande incinta, oltre ad un’amica stramba (Pascale Arbillot, che ci regala dei momenti davvero esilaranti) e problemi con il lavoro. Proprio mentre inizierà a pensare, in una società in cui sono quasi tutti a pensarla così, che sta per iniziare il declino, incontra il suo primo vero amore e inizierà a domandarsi se il destino di una donna debba già essere segnato a ‘soli’ cinquant’anni. Si tratta di un film molto tenero e anche divertente che ha come titolo originale ‘Aurore’ che tradotto in italiano vuol dire ‘Inizio’. La primavera potrebbe stare dove gli altri ci dicono che inizia la fine.

Altro consiglio di ri-visioni estive: ve li ricordate Gli incredibili? Se la risposta è negativa, vedere di recuperare, primo, perché si tratta di un film bellissimo (vinse l’Oscar come miglior film di animazione) e poi perché a settembre torneranno anche loro. Negli Incredibili – Una famiglia normale del 2004 i Parr sembravano persone come tante: Bob, il capofamiglia, lavorava in una compagnia di assicurazioni e la madre, Helen, faceva la casalinga e gestiva i suoi tre figli. In realtà Bob ed Helen, prima che fossero costretti ad appendere il costume al chiodo per il malcontento dovuto ad alcune controindicazioni dell’utilizzo dei Supereroi alla lotta al crimine, erano meglio conosciuti come Mr. Incredibile ed Elastigirl. Dopo 15 anni, la loro vita sembrava scorrere come quella di tutti i vicini anche se questa normalità era disturbata dalla scoperta dei poteri dei bambini: Violetta aveva scoperto di potersi rendere invisibile e creare dei campi di forza protettivi e l’altro, Flash era, appunto, superveloce. Jack-Jack, ancora infante, sembrava ancora un bebé qualunque. Ancora. La domanda che ci poneva il primo film era la seguente: quanto può resistere un supereroe di fronte a un pericolo prima di tornare in prima linea? 15 anni, potremmo rispondere. Non di più. Indimenticabile nel primo capitolo della saga il personaggio di Edna Mode, in italiano doppiata da Amanda Lear. A quanto pare, la domanda posta nel secondo capitolo della serie è riconoscibile per molti: cosa accade quando in una famiglia numerosa è la madre quella che porta a casa lo stipendio e i ruoli tradizionali vengono per questo invertiti? Mentre Helen Parr come Elastigirl sarà occupata a dimostrare i vantaggi del coinvolgimento dei supereroi nella lotta contro il crimine in una sorta di eccessiva campagna di marketing, siamo sicuri che Bob sarà capace di portare avanti tutto il resto? Vi segnalo che dall’uscita del film negli States ad oggi l’eroina della Pixar è già divenuta icona sexy e che qualcuno ha scritto che Bob Parr, nel suo tentativo goffo di assecondare i desideri della moglie, ricorda il personaggio di Anastasia Steele della saga cinematografica di Cinquanta sfumature, ‘donna zerbino’ per eccellenza. Un po’ forte come affermazione…ma per dire la nostra dovremmo aspettare settembre.