Mi è rimasto impresso il racconto di una guida del Castello di Schönbrunn a Vienna secondo la quale le figlie di Maria Teresa appaiono tutte molto simili nei loro ritratti, non perché fosse vero, ma perché alcune erano bruttine e, per evitare di avere problemi, il pittore decise che magari sarebbe stato meglio farle somigliare tutte alla più carina tra loro, Maria Antonietta.

Ogni racconto ‘tratto da una storia vera’ mi fa ricordare questa cosa qui e mi fa chiedere: la realtà sarà stata abbellita o sarà stata imbruttita? Cosa ne sarà rimasto di lei?

Sono incuriosita adesso dalla lettura del libro da cui è tratto il film A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia, scritto da Susan Williams, storica e autrice di saggi, ed edito da Newton Compton Editori. La copertina, con la locandina del film, mi lascia perplessa sul livello di attendibilità storica del testo. Ma meglio non fidarsi delle copertine (non ho letto Profumo di Süskind per anni perché il tratteggio di donna sull’edizione Tea mi faceva pensare a un romanzo d’appendice…).

A United Kingdom racconta l’incontro e la grandissima storia d’amore tra Seretse Khama, futuro re del Protettorato Britannico del Bechuanaland, e Ruth Williams, un’impiegata di Londra. Siamo nel 1947. Lui è nero, africano. E lei è bianca e inglese. L’attenzione è tutta sul rapporto tra i due e a come, in un momento in cui in Sudafrica si sta affermando l’apartheid, due persone innamorate rischiano di essere divise per ‘ragioni di Stato’, perché non è conveniente per gli imperialisti inglesi la sola esistenza di una coppia del genere, che potrebbe costituire un esempio per gli altri.

Rosamund Pike (candidata all’Oscar per Gone Girl) e David Oyelowo sono assolutamente credibili ma il racconto sembra non avere ‘il respiro giusto’. I dialoghi sono spesso didascalici, le figure di contorno sviluppate troppo superficialmente e ‘i cattivi’ sembrano quasi dei cartoni animati tanta l’aderenza ai più elementari cliché.
Si tratta di un film non straordinario, a tratti più televisivo che cinematografico, in quanto non mantiene le promesse che fa. Peccato, perché in un momento storico come questo, una storia di tale levatura sarebbe stata necessaria: Ruth è una ventenne degli anni ’50 molto più moderna del suo corrispettivo contemporaneo; subisce pressioni non solo perché sceglie di amare liberamente, ma perché vive una storia in cui viene considerata pari da Seretse, che considera impossibile poter essere un buon capo senza avere al suo fianco una donna che stima e ama e con cui riesce a sognare un futuro migliore.

Peccato, perché ci sono dei momenti in cui questi due ragazzi si stanno innamorando, ridono mentre ballano jazz con tutta la gioia della loro età e del loro sentirsi migliori perché completi l’uno con l’altra…Tu li guardi e non noti nessuna differenza tra loro. Nessun colore.
E mai quanto oggi, un messaggio del genere dovrebbe essere urlato con forza.