Ricordi?
Non avevo mai pensato che si potesse ricordare quasi tutto tristemente. Non avevo associato una predisposizione o un condizionamento di un particolare colore a tutti i ricordi o ai ricordi di un certo periodo. Personalmente credo di ricordare attimi di quando ero piccolissima. Nei miei ricordi predomina il giallo e la testa all’insù. Un balcone di una casa in via dei Mulini a Benevento – l’inferriata, il calore delle piastrelle della pavimentazione, i riccioli di mio fratello Tommaso – un corridoio trasformato in campo di bocce a Castro Marina, in una casa dove c’é zio Rocco, c’è anche mio cugino Valerio e tutto sa del sigaro che fumava lo zio – il box a casa dei nonni a San Martino Valle Caudina – le mie manine aggrappate alla rete e mio fratello che cerca di farmi cadere staccandomele un dito alla volta – mia madre con i capelli corti e le labbra rossissime mentre mi fa una spremuta d’arancia poggiandosi sul ripiano di marmo sulla lavastoviglie mentre una luce pazzesca entra dalla finestra e quasi mi accesa. La prima volta che ho visto il mare – due strisce, gialla e celeste.

Valerio Mieli (il regista di un altro film molto bello con una struttura molto interessante – quasi sperimentale, approccio che Mieli pare conservare anche nel lungometraggio di cui scrivo adesso – Dieci inverni con Isabella Ragonese e Michele Riondino con musiche di Vinicio Capossela e girato in una Venezia ‘diversa’) procede così, nello stesso modo in cui facciamo noi. Nella nostra ricerca di un ricordo il più possibile corrispondente a quello che è stato. Come se fosse possibile. ‘Lui’ (a mio parere uno dei più grandi attori italiani contemporanei, Luca Marinelli) ha avuto un’infanzia non semplicissima e tende a ricordare momenti traumatici, dettagli anche un po’ macabri di quando era piccolo e, ovviamente, una versione personale dell’incontro con lei. Lei (Linda Carini, molto bella e ‘pulita’; era stata Antonia nel film sulla poetessa milanese Antonia Pozzi, Antonia di Ferdinando Cito Filomarino) viene vista da tutti come una persona sempre positiva e felice e sembra esserlo, anche per il suo modo di ricordare, molto meno cupo di quello di lui che, comunque, accoglie e condiziona nel percorso insieme. Ricordi? è una storia d’amore classica ma raccontata in modo diverso, attraverso il richiamo dei suoi protagonisti che, a seconda del momento che stanno vivendo, la rivivono e ripresentano in una maniera completamente diversa. Un po’ The Eternal Sunshine of the Spotless Mind di Michel Gondry (anche per la scelta dei colori e alcune atmosfere oniriche, date dalla decisione di girare parti del racconto nel ‘paese dei mostri ‘ di Bomarzo, vicino Viterbo) a volte Ricordi? sembra scorrere in maniera un po’ forzata, attraverso la successione di  ‘quadretti’ un po’ troppo perfetti, artificiali e di un’esteticità ridondante, in cui lo spettatore si perde nel cercare le differenze (il colore del vestito, la frangia, il rapporto più o meno violento o ricco di sentimento). Resta, comunque, un film bellissimo, affidato a due attori straordinari; una prova coraggiosa del cinema italiano che tenta di distanziarsi un po’ da se stesso e di fornirci un altro modo di pensare l’amore, di parteggiare per quello e di pensare a come ci raccontiamo gli uni gli altri, come ci sosteniamo gli uni gli altri, e di osservare noi stessi e la nostra storia con un po’ più di poesia.