“L’uomo Nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì”.
Così fa iniziare Stephen King La torre nera. Non so molto di più dei libri a cui è ‘ispirato’ il film, di cui dovrebbe essere una sorte di sequel, ma l’incipit letterario, quella sola frase, mi fa venire voglia di intraprendere il viaggio. Qualunque esso sia.
Il film La torre Nera con la regia di Nikolaj Arcel segue l’incubo di Jake (Tom Taylor): la torre nera, l’uomo nero, il pistolero nero, dei ragazzini (tra cui delle gemelle che rimandano a quello Shining dello stesso autore) collegati ad una macchina che spara un raggio di luce distruttivo. Jake si sveglia di soprassalto. Ha il fiato corto. Sembra lucido, i suoi incubi gli sembrano reali. Sente che deve fare qualcosa e, da molto, ne lascia traccia, cercando di disegnare quello che vede. Come per lasciarne prova. Sua madre (Katheryn Winnick) e il suo psicologo (José Zúñiga) sono convinti che questi sogni siano semplicemente la negazione del lutto da parte del ragazzo: suo padre, vigile del fuoco, è morto qualche anno prima in un incidente sul lavoro. Il tempo è passato, sua madre ha un altro uomo e davvero sembra che Jake sia rimasto legato a un altro tempo – e spazio – che non riesce a dargli modo di vivere normalmente il suo presente. Eppure, quando ha ormai deciso di fare un tentativo concreto per cancellare il mondo degli incubi ed andare avanti, proprio quando sta cercando con tutte le sue forze di dimostrare prima di tutto a se stesso di non essere pazzo, Jake viene braccato da figure mostruose che riconosce (ne ha visto il vero volto nei sogni, sa come sono fatte) e ha un segno che può confrontare con il mondo reale, una casa che esiste davvero, ha un indirizzo, può essere raggiunta. Ed è proprio lì che Jake riesce a passare dall’altra parte (in realtà, le sue decisioni sono imposte dalle situazioni che vive) e ad incontrare il Pistolero, Roland Deschain (interpretato da un intensissimo Idris Elba) e ad aiutarlo a riprendere il suo ruolo (‘Non sono più un pistolero’ dice Roland) nella lotta quasi eterna contro Walter Padick (Matthew McConaughey), l’uomo nero, uno stregone che vuole distruggere La torre, elemento che separa i vari mondi (eh sì, ce ne sono più di due) e che controlla lo spazio e il tempo.

La sensazione che si prova uscendo dalla sala buia è che le informazioni dateci in un’ora e mezza di racconto siano davvero troppo poche. Non ci si riesce a districarsi bene tra gli omaggi al mondo di King (le gemelle di cui parlavamo prima e una foto dell’Overlook hotel nello studio dello psicologo di Shining, le rovine di un luna park chiamato Pennywise come il protagonista di It, il cane San Bernardo come Cujo, una macchinina che sembra Christine – La macchina infernale, lo smiley sul muro come già accadeva in Mr. Mercedes e altri che non avrò notato) i numerosissimi riferimenti numerici (King è ossessionato dal 19 ma in questa storia di numeri ce ne sono davvero tanti) e le pochissime informazioni che ci vengono fornite anche solo riferite alla piccola storia che ci viene narrata nel film e non al suo macrocontenitore. Mi è sembrato di essermi persa qualche pezzo. Cosa rappresenta la Torre? Chi è il Re Rosso a cui fanno riferimento le scritte su alcuni muri e che dovrebbe essere il mandante dell’Uomo nero Walter Padick? Inoltre, non mi è chiaro il pubblico a cui si parla, dato che buona parte del racconto può essere tranquillamente seguita da uno spettatore adolescente (gli eroi rappresentati costituiscono modelli positivi, non sembrano avere zone d’ombra e ci sono situazioni buffe che riequilibrano il tono del racconto) ma alcune scene mi sembrano avere un impatto molto forte su chi guarda. Inoltre, se io che non ho letto i libri ho trovato la storia alquanto sommaria e come in corsa verso una fine quasi monca, credo che i fan della serie letteraria abbiano un motivo valido per essere un po’ delusi.

In ogni caso, questa è la grande storia di due orfani (il padre di Jake è morto durante una delle missioni come vigile del fuoco e il padre di Roland Deschain, anche questi Pistolero, non è riuscito a sopravvivere alla magia di Walter e ne è stato ucciso) il cui punto debole è l’amore per il genitore che hanno perso, per degli uomini – degli eroi – che hanno avuto il coraggio di affrontare il loro destino, per dei modelli che gli hanno indicato la strada e che non possono dimenticare. La formula che sostiene i Pistoleri recita:

“Io non miro con la mano; colui che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io miro con l’occhio.
Io non sparo con la mano; colui che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io sparo con la mente.
Io non uccido con la pistola; colui che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di suo padre.
Io uccido con il cuore.”

Senza questo credo i Pistoleri non hanno nessuna possibilità di sopraffare il male. Ma chi è il male?
Forse è tutto ribaltato e il vero ‘buono’ della storia è quello che vuole svelare la realtà che c’è dietro i mondi tenuti separati dalla Torre. Mi viene il dubbio che avrei dovuto parteggiare per Walter, per l’Uomo nero, anche se tutto – la mia pancia, il mio cuore – mi diceva di fare diversamente. Jake è costretto (e mi viene da chiedermi ancora – da chi?) a preferire il Meta-mondo di Roland Deschain al nostro perché sembra non avere più possibilità di un presente da questa parte. Non so bene se è una cosa che mi piace o no. Eppure, anche se tutta questa storia mi puzza, neanche io come loro voglio dimenticare il volto dei miei padri. Non voglio dimenticare da dove vengo. E come faccio a non parteggiare, quindi, per i Pistoleri?
Ci saranno altri film e una serie tv dopo La torre nera. A tutti i dubbi che mi restano mi si aggiunge quello relativo al prossimo passo: aspettare la prossima resa audiovisiva o leggere la serie letteraria?

Io e la mia amica Vanessa dopo l’anteprima del film in una serata milanese caldissima e piena di zanzare:

La torre nera

Lottando i 45 gradi e le zanzare, la mia amica Vanessa ed io commentiamo l'uscita nelle sale de #Latorrenera' di #NicolajArcel, tratto dalla serie di romanzi di Stephen King.Il volto del proprio padre non deve essere dimenticato. Warner Bros. Pictures WEED ROAD pictures IMAGINE ENTERTAINMENT Media Rights CapitalIdris Elba #TomTaylor Matthew McConaughey

Posted by Uanema on Saturday, August 19, 2017