Ci sono degli eventi che scoppiano nella vita delle persone come fossero delle bombe. Ti scaraventano lontano anche se ti sei tenuto stretto. Quando si riprende conoscenza, non sempre ci si ritrova con quelli che erano presenti durante l’esplosione. Molto spesso si viene scaraventati in posti differenti e lontanissimi. E non è detto che ci si ritrovi, anche perché a volte lo spazio dove è avvenuto lo scoppio diventa un buco nero e fa troppa paura saltarlo per cercare l’altro.

Lo spazio nero di Frank (Chris Evans lascia per una volta la tutina di Capitan America e mostra di saper fare altro) non si intuisce subito. C’è troppa luce nella sua piccola e sgangherata casa e sua nipote Mary (la strepitosa Mckenna Grace) sembra luminosa, anche se borbotta come un anziano, pare avere mille facce scandite da un continuo muoversi delle sopracciglia, è magra come un giunco e ha un vocabolario davvero troppo forbito per i suoi sette anni.

Questi due personaggi sembrano ‘aderirsi’. Non c’è nemmeno un po’ di spazio a dividerli. C’è tantissimo, troppo amore a legarli. Ma Mary ha solo questo zio, la vicina Roberta – la sua migliore amica quasi cinquantenne interpretata da Octavia Spencer – e Fred, un gatto con un occhio solo. Frank afferma di averle insegnato tutto quello che sa ma, in realtà, è convinto – anche se riconoscerlo gli fa male quasi da ucciderlo – sia arrivato il momento di iscrivere Mary a scuola per tentare di farle avere amici della sua età. Per tentare di farle avere una vita della sua età. Ma sarà difficile, dato che Mary è un piccolo genio.

 

A peggiorare le cose, ci sarà l’arrivo di Evelyn (Lindsay Duncan), la madre di Frank, quella che ‘allo scoppio della bomba’ è finita dall’altra parte dell’universo, quella che Frank continua a chiamare per nome e mai mamma, quella che vuole che Mary sviluppi la parte geniale a discapito del suo essere una bambina. Come se avesse dimenticato quella tremenda esplosione o per dare un senso a tutta l’energia sprecata dalla morte di sua figlia. Dalla sorella di Frank, la madre di Mary.

Gifted è un termine che ha una traduzione troppo poco diretta nella nostra lingua. Dovrebbe essere qualcosa come ‘illuminato’, ‘ricevente del dono’. Il titolo italiano Gifted – Il dono del talento non rende perfettamente il peso di qualcosa che ti arriva senza che tu lo abbia chiesto o che lo voglia; che potrebbe essere molto bella ma che difficile da portare. O qualcosa che ti renda diverso e che ti impedisca di avere un vero contatto con la maggior parte delle persone.
Che ti condanna a essere un po’ solo.

Tom Flynn scrive questa storia che entra subito nella Black list hollywoodiana, ossia la lista delle migliori sceneggiature in circolazione. Mark Webb, il regista di (500) giorni insieme e di The Amazing Spiderman 1 e 2, dirige questo dramma non eccedendo in ‘belle’ inquadrature (con annesso aumento di volume della colonna sonora) ma affidandosi al buon lavoro fatto da Flynn e dando il tempo ai personaggi di emergere dal racconto.

Gifted tocca il cuore dello spettatore perché parla di qualcosa che ognuno di noi conosce bene: le famiglie, quelle che ci siamo ritrovati, costruiti o scelti, uno dei pochi spazi in cui ci sentiamo al sicuro ma anche l’unico luogo in cui sembra esserci concesso il peggio di noi. Alle volte ci sembra che il contatto forzato, la crescita parallela, il legame – volente o nolente – indissolubile, il sangue nelle vene, ci permettano di fare il peggio ma, spesso, dimentichiamo che, all’opposto, è proprio tutto ciò che ci consente anche di fare il meglio, pure se siamo arrabbiati, feriti, e non sappiamo come farlo né quando. In una famiglia c’è sempre speranza, perché c’è sempre qualcun altro che ti ricorda di ‘non avere paura di credere nelle cose’, come consiglia Frank a Mary.

Ci sono altri eventi che scoppiano nella vita delle persone come fossero delle bombe. Si tratta dell’arrivo di una nuova vita in una famiglia.
Ricordatevi che la nascita di ognuno di voi ha legato un sacco di persone per sempre.
E, soprattutto, è stata una gioia pazzesca.

Potete scaricare anche la versione cartacea pubblicata su ILikeIt Magazine.