Francesco ha tre anni, 10 mesi e sei giorni. L’altro ieri, quando è venuto al cinema con me, aveva tre anni, 10 mesi e quattro giorni. Il mio grande errore è non aver letto nell’invito all’anteprima che il film era in inglese. Di fronte a una lingua che non comprende, Francesco si comporta esattamente come un adulto: se non capisce, chiede. E chiede anche se non gli è chiaro quello che vede, perché non lo è la rappresentazione dei personaggi, perché i buoni e i cattivi si confondono. Dragon Trainer – Il mondo nascosto è il sequel di Dragon Trainer 2 e di Dragon Trainer (How to trainee your dragon) che sono la versione cinematografica e animata della saga per ragazzi Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III della scrittrice inglese Cressida Cowell che danno istruzioni su come gestire la vita in una comunità vichinga in cui ci sono dei draghi. Al cinema, la storia è quella del popolo di Berk, in cui Hiccup (la cui voce è di Jay Baruchel di Quasi famosi e Molto incinta) è un ragazzo vichingo di 15 anni, unico a non esprimere alcuna volontà di uccidere i draghi con i quali il suo popolo sembra essere costretto a combattere per poter sopravvivere, sia come difesa ad un attacco che per salvare le proprie provviste, preda per le belve volanti. A peggiorare la cosa, le aspettative di suo padre, Stoick l’immenso (Gerard Butler), sovrano di Berk. Senza troppo spoilerare, l’incontro di Hiccup con un drago molto particolare, la Furia Nera – che il ragazzo chiamerà Sdentato – cambierà le sorti e la vita quotidiana dell’intera comunità. Lo stesso drago, ferito dal ragazzo, arriverà a salvarlo, anche se – come Hiccup ricorda all’inizio del terzo film – non è riuscito a farlo del tutto. Come Sdentato avrà bisogno di una protesi per poter volare, così Hiccup necessiterà di una protesi in sostituzione della gamba che non ha più.
Il terzo film si apre con l’ansia di tutta la comunità per il futuro. Sono in molti a volere che Hiccup sposi Astrid (la sua voce inglese è quella di America Ferrara) ma anche il suo amico drago, che tutti sanno essere l’ultimo della sua specie, avrebbe voglia di trovare una compagna. Nel mentre, il numero dei draghi trasferitisi a Berk è diventato molto più alto della capacità di accoglierli.
Il film non è rivolto a un bambino piccolo come Francesco ma la sua reazione alle modalità del racconto mi ha fatto capire altro. Man mano che l’industria del cartone animato cresce, ci educa ad abituarci non più solo al bello. Così la banda degli amici di Hiccup, il protagonista di questa storia, è composta da personaggi che non hanno la faccia del buono a cui Francesco è abituato. Testabruta, Testaditufo, Gambedipesce non sono né particolarmente belli né intelligenti. Sono gli amici con cui si è cresciuti. Quelli con cui ci si è ritrovati a condividere delle cose. Quelli su cui possiamo contare perché c’erano; erano lì quando tutto era avventura. Hanno fatto migliaia di errori e li abbiamo dovuti salvare tante volte. Ma erano lì. Francesco questa esperienza la capirà tra un bel po’ di tempo. Non tutti possono essere belli come il suo papà e la sua mamma. E anche un cattivo come Eret (doppiato da Kit Harington, John Snow de Il trono di spade) può diventare buono e mantenere la stessa faccia (a differenza de La Bestia de La Bella e la Bestia appunto e a un sistema in cui c’eravamo abituati e in cui il brutto per essere buono doveva o trasformarsi o muoverci a pietà).
Avevo amato il primo Dragon Trainer perché era un film sul cambio di prospettiva, sulla gentilezza, sul dubbio di poter aver sbagliato, sul riconoscimento tra creature che appartengono a mondi diversi (il mondo dei draghi è ‘il mondo nascosto’ del terzo film) e possono diventare l’uno il doppio dell’altro. Questo terzo capitolo mi lascia scettica, perché in questo momento storico non sento il bisogno di mondi separati. La libertà è il bene più grande. Ma voglio sperare che un giorno, nella mia storia, saremo degli esseri umani, liberi, ma soprattutto all’altezza di vivere accanto a dei draghi, liberi come noi di sceglierci per tenerci accanto. E non avrò bisogno di uno spazio protetto (anche solo quello del sogno) in cui una piccola elité potrà raggiungere il drago. Lo avrò accanto a me e Francesco. E lui non avrà più paura.