Harriett (Shirley MacLaine) è anziana, meticolosa, indipendente e assolutamente insopportabile. Ha gestito con successo una società quando non era ancora normale che delle donne occupassero posti di comando (come se oggi lo fosse…), ha imparato a fare qualunque cosa nella sua vita e, ogni volta che si mette alla prova, sembra ‘riuscire’ migliore degli altri…sicuramente in modo tale da soddisfare le proprie pretese. Così non c’è siepe che non venga tagliata da lei personalmente – e giardiniere criticato perché avrebbe potuto fare meglio – né pietanza preparata e impiattata in maniera più opportuna che da lei stessa.
Che si annoia terribilmente però. Perché la sua mania del controllo è tale da averla fatta rimanere sola.
Ovviamente Harriett è inconsapevole della cosa (o no?) e insiste nel fare come sempre, fino ad arrivare alla folle richiesta di poter controllare persino il necrologio che verrà pubblicato dopo la sua stessa morte. La poverina che si occupa della scrittura dei necrologi della cittadina in cui Harriett vive – e che, ovviamente, vorrebbe fare altro – è Anne (Amanda Seyfried).
In un primo momento, Anne cerca di accontentare Harriett (che, tra l’altro, è stata uno dei principali investitori del giornale su cui lei scrive) ma, alla fine, non riuscendo a trovare nessuno disposto a raccontare una cosa carina sulla donna, dopo l’ennesima dura critica al suo lavoro, le dice la verità: nessuno sembra ricordare nulla di buono su di lei.
Ma Harriett non fa una piega: ha solo un obiettivo, ossia controllare anche il ricordo che lascerà dopo la sua morte – che sa essere vicina – e si mette al lavoro. Individua quattro punti fondamentali, necessari in ogni necrologio che si rispetti: 1) essere stati amati dalla famiglia e dagli amici, 2) essere stati ammirati sul lavoro, 3) aver influenzato la vita di qualcuno e 4) aver avuto un ‘jolly’, ossia una capacità unica che contraddistingua la persona trapassata. Ad Annie – che in un primo momento non vorrebbe essere coinvolta ma che poi si impara moltissimo da questa donna fortissima e straordinaria che è Harriett – si aggiunge anche Brenda (AnnJewel Lee Dixon), una bambina che frequenta un centro per minori in difficoltà – la ‘vita da influenzare’ – in un percorso in cui ogni ‘femmina’ influenza l’altra mentre Harriett si muove per realizzare i quattro punti prima che la sua vita se ne vada.
Adorabile nemica è una commedia con alcuni momenti un po’ amari (con la regia di Mark Pellington – ha girato Arlington Road che probabilmente avete visto e che non c’entra nulla con questo film) che si lascia guardare. Tralasciando commenti al sistema italico che traduce – al solito, indegnamente – l’originale The Last Word (il letterale ‘L’ultima parola’ ci sembrava troppo poco da commedia???) dobbiamo sottolineare, però, come gran parte del lavoro sia fatto dalla sempre straordinaria Shirley MacLaine, sulla quale si regge l’intera struttura di un film che, altrimenti, sembrerebbe più televisivo che da gran sala. Amanda Seyfried non è malaccio, nonostante personalmente non le abbiamo ancora perdonato le zeppe tenute per tutto l’ottimo In time di Andrew Niccol (capito che rispetto a Justin Timberlake probabilmente Seyfried sembra un nano da giardino ma non si può correre e saltare dai tetti ed essere credibile con quelle palafitte sotto i piedi, suvvia!) mentre la piccola AnnJewel sembra un po’ troppo (e ci terrorizza per questo) una versione nera e moderna di Shirley Temple. In ogni caso, il titolo va aggiunto alla lista dei film da vedere a casa con delle amiche e del gelato per riflettere un po’ sull’essere donne.
(E comunque, Robin, il proprietario della stazione radio, è Thomas Sadoski con cui Amanda Seyfried si è sposata di nascosto e con cui ha fatto anche un figlio 🙂 ).