Io e i miei fratelli sappiamo a memoria almeno tre dei mille video demenziali di Maccio Capatonda. ‘Allora sii asino’, ‘Ho la febbra’ e ‘Ho già mangiato’ sono espressioni che rientrano spesso nelle nostre conversazioni. Fanno parte del nostro bagaglio comune, come altre cose altrettanto sciocche. E altre meno. Non sapevo nemmeno che il vero nome di Maccio Capatonda fosse Marcello Macchia. Mi sono chiesta chissà quante battute deve aver fatto da solo sul suo stesso nome.

Anche in Omicidio all’italiana la sua comicità è principalmente caratterizzata da usi impropri della lingua italiana e da un vocabolario che richiama il dialetto ma è inventato di sana pianta ricalcando sonorità presenti nel sud del nostro Paese.
Piero Peluria (Maccio Capatonda) è il sindaco di Acitrullo, in provincia di Campobasso. Lui e suo fratello Marino (Herbert Ballerina, ossia Luigi Luciano) sono tra i più giovani abitanti di questo paesino difficilmente raggiungibile dove vivono solo una dozzina di persone molto anziane. I pochi tentativi fatti da Piero per garantire un accenno di modernità ad Acitrullo (in cui vi è solo un ‘bar-ferramenta-lavanderia’ e il dolce tipico, il ‘babbacchione’, è commestibile solo dopo aver bevuto il digestivo caratteristico del posto, il pessimo ‘amaraccio’) vengono sostenuti economicamente dalla Contessa Ugalda Martiro In Cazzati,  nobile del luogo, la quale viene ritrovata morta dai due fratelli dopo essersi strozzata con un babbacchione. Ispirato dal successo del programma televisivo ‘Chi l’acciso’ condotto da Donatella Spruzzone (Sabrina Ferilli), Piero pensa di far divenire Acitrullo una nuova Cogne o Avetrana e poter sfruttare il presunto omicidio per portare popolarità e progresso al piccolo borgo.

‘Non vogliamo fare Nouvelle Vague’ – ha detto Capatonda alla Conferenza stampa. Ci mancherebbe, aggiungerei io. Però il tentativo di far ridere muovendo una critica ai meccanismi televisivi e alla morbosità dell’interesse degli spettatori per la cronaca nera è abbastanza riuscito. Mi ha deluso moltissimo Roberta Mattei (che in Veloce come il vento di Matteo Rovere era sembrata qualcosa oltre le sue gambe lunghe); in un film con macchiettisti (tra cui spicca la bravissima Antonia Truppo, attrice a trecentosessanta gradi che riesce a essere credibile anche in un ruolo da macchiettista appunto – per capirci, si tratta della mafiosa napoletana di Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti) non ci si può prendere troppo sul serio. Per il resto, ormai la squadra di Capatonda è ben rodata. Herbert Ballerina è una spalla irrinunciabile e i due si destreggiano bene con e senza gli attori più famosi coinvolti nel progetto (bene che ci sia Sabrina Ferilli e benissimo che ci sia Nino Frassica ma senza la partecipazione della prima e il cameo dell’altro non sarebbe cambiato niente perché i Maccio e Herbert ormai sono essi stessi dei VIP). Al lieto fine scelto dal regista, il quale voleva restituire agli abitanti del Paese la possibilità di riscattarsi e trovare il successo contando sulle proprie specificità, si contrappone la scena dell’incidente che poteva costituire un finale molto più amaro e più in linea con il senso di disagio che prova lo spettatore dopo la visione del film. Perché è vero che Omicidio all’italiana estremizza degli atteggiamenti, ma questi stessi sono fin troppo riconoscibili da ognuno di noi. E, quindi, brivido.

Con me è venuto a vederlo il mio compagno di canottaggio Davide.

Omicidio all'italiana – Maccio Capatonda

Questa settimana è uscito nella sale 'Omicidio all'italiana' di Maccio Capatonda. Sono andata a vederlo con il mio compagno di canottaggio Davide Riccardo. #Omicidioallitaliana Medusa Film Maccio Capatonda Herbert Ballerina OfficialNe ho scritto qui: https://uanema.net/omicidio-allitaliana/

تم نشره بواسطة ‏‎Uanema‎‏ في 4 مارس، 2017