Il caldo si percepisce anche se la tapparella è in parte abbassata. Forse si sente sulla pelle anche perché la tapparella è in parte abbassata. Richard Ramsey (Keanu Reeves) è in penombra, il suo totale di profilo. La sua voce fuori campo parla del suo lavoro di avvocato difensore. In tribunale bisogna per forza indossare un abito anche se fa molto caldo. Anche se si è a New Orleans. Il caldo si appiccica sulle persone. Ti chiedi se si attacchi anche alle bugie, se non renda tutto un po’ appiccicoso e fastidioso.
Se ci fossimo noi lì, molto probabilmente anche la verità vorremmo lavarcela di dosso. Se esistesse.

Richard è in tribunale per difendere il figlio diciassettenne di amici, Mike Lassiter (Gabriel Basso), dall’accusa di patricidio. Il ragazzo è reo confesso – così affermano i poliziotti che sono giunti sul luogo del delitto – ma da quando è in carcere non ha detto una parola. La presunta innocenza è un diritto di tutti. Ma come si fa a difendere qualcuno che non si esprime in alcun modo? Mike è descritto da quelli che lo conoscono come un giovane brillante, legatissimo a suo padre (interpretato da un incredibile John Belushi) e con un futuro roseo alle porte. Per rabbonire quella parte di giuria  che potrebbe essergli ostile per il suo essere un bianco figlio di papà che potrebbe aver ucciso per chissà quale capriccio (ricordiamoci che siamo in Louisiana) , Richard si fa affiancare in aula da un’assistente nera, Janelle (Gugu Mbatha-Raw), un brillante avvocato sulla carta che sembra, però, un po’ impacciata all’inizio di questa storia. Un’altra figura molto importante nel racconto è la madre del presunto assassino e moglie della vittima, Loretta (interpretata da una straordinaria Renée Zellweger che risulta incredibile nonostante la perdita di gran parte della sua espressività per un pessimo ricorso alla chirurgia plastica – grazie a Dio, sugli occhi nulla possono il tempo e il bisturi).

Il film di Courtney Hunt (la stessa regista di Frozen River – Fiume di ghiaccio) ci presenta un caso e, con il silenzio del suo cliente, spinge un avvocato a ‘giocare’ con il suo mestiere portando all’estremo il meccanismo della professione di difensore. Richard è costretto con tutte le sue forze e capacità, anche nel rispetto dell’occhio osservatore della sua amica Loretta, a tentare di salvare Mike, a cercare di far emergere una versione della verità, mettendo alla prova tutti quelli coinvolti, ogni persona alla sbarra dei testimoni, nonostante non si sappia se il diciassettenne sia colpevole o no. La domanda che ci perseguita in questo film è: ‘Qual è la verità?’ ed è palese che anche chi non ha colpe dirette in quest’aula di tribunale – e ci viene da pensare anche in altre – mente, deforma la realtà o omette dettagli che potrebbero risultare rilevanti, solo perché i presenti pensino bene di lui o lei o perché si è convinto di poter aiutare dichiarando di essere sicuro di qualcosa nonostante non lo sia del tutto.
Ci sono mille giustificazioni che diamo a noi stessi quando ci allontaniamo dalla verità.
Ci sono mille giustificazioni che diamo a noi stessi e agli altri quando facciamo del male a qualcuno.
Anche il caldo che ci si appiccica addosso.

Io e la mia carissima amica Neva siamo andati a vederlo in una sera di fine primavera:

Una doppia verità

Quello che racconti e quello che è accaduto. Un movente, un alibi, un delitto. #Unadoppiaverità #TheWholeTruth Keanu Reeves Renee Zellweger Jim Belushiii Gugu Mbatha-Raw #CourtneyHunt #RafaelJackson Videa PalmStar Media The Whole Truth ProductionsNeva Sereia Ganzerla ed io dopo la visione del film 🙂

تم نشره بواسطة ‏‎Uanema‎‏ في 18 يونيو، 2017